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31 Ottobre 2023 Spettacolo - Audizione commissione cultura su legge indennità di discontinuità

Ieri 30 ottobre, abbiamo avuto l’audizione presso la Commissione Cultura della Camera dei deputati per il decreto Legge 86/2023 “Schema di decreto legislativo recante il riordino e la revisione degli ammortizzatori e delle indennità e per l'introduzione di un'indennità di discontinuità in favore dei lavoratori del settore dello spettacolo” la FISTel CISL ritiene delicata l’introduzione di un ulteriore prelievo a carico dei lavoratori del settore, esistono già oltre a quelli riportati nella Legge come l’art.7, si potrà notare come siano già in essere prelievi, nella misura dell’1% per le imprese e dello 0,50% per i lavoratori, sulla parte eccedente il massimale previsto annualmente dal Ministero, che tra l’altro si aggiungono a quello del 5% già strutturato nel Settore ( 2,50 a carico delle Aziende e 2,50 a carico del lavoratore ) sulla retribuzione eccedente un massimale oggi pari a 100,324 come previsto all’art 1, commi 8 e 14 D.lgs. 182/1997 destinata all’INPS e ancora dirottata alla gestione separata dell’Ente. Questo prelievo fu istituito in forma prudenziale in caso di bilanci negativi da parte dell’Ente previdenziale (ex Enpals ) che è stato abrogato generando oltre 5 miliardi di attivo e ancora oggi determina oltre 400 milioni di attivo di bilancio sull’anno. C’è una ulteriore aliquota aggiuntiva dell’1% a carico dei Lavoratori per la parte eccedente i 46.123 fino a euro 100.324 art. 3 ter D.L. 384/1992 convertito dalla Legge 438/1992, al pari destinata genericamente all’INPS, da quanto evidenziato i lavoratori e le aziende finanziano lo strumento senza ottenere importanti ritorni. Queste considerazioni di ordine economico, oltre alle condizioni della fruizione con le modalità previste dal dispositivo, ci portano ad affermare che quanto proposto creerebbe un ulteriore appesantimento per le buste paga dei lavoratori. Sottolineiamo inoltre l’esigenza che chi concorre alla contribuzione (aziende e lavoratori) possa essere rappresentato negli organismi di indirizzo e controllo. Sosteniamo pertanto come soluzione preferibile la costituzione del Fondo di Solidarietà dello Spettacolo. È uno strumento consolidato in molti settori merceologici del Paese, da noi ritenuto il più efficace per dare una risposta sociale anche al tema della discontinuità lavorativa nel Settore Spettacolo, considerando oltretutto le importanti trasformazioni che alcune grandi imprese del settore stanno già ponendo in essere, con profonde ripercussioni occupazionali. Per ultimo, e non certo per importanza, le risorse del Fondo sarebbero destinate in quota parte anche per quei progetti di formazione di cui tanto si parla, ma che non vedono una specifica realizzazione per le esigenze del Settore Spettacolo né da parte degli Enti di Formazione né tantomeno dalle Istituzioni preposte, essendo una materia concorrente con competenze trasversali a livello istituzionale. La discontinuità nel settore spettacolo è fatto comune in quanto Attori, Interpreti, Cantanti, Sportivi e altre professionalità che lavorano con produzioni culturali, sportive o di intrattenimento, non hanno lunghi periodi di prestazioni: a volte lavorano per periodi intensi e poi si fermano per lunghi periodi. In molti casi, pertanto, il criterio per il riconoscimento della prestazione basato sui periodi lavorati dell'anno precedente potrebbe rivelarsi troppo rigido per coloro i quali, più deboli o meno impiegati, non riuscissero a raggiungere il minimo di giornate richieste. Un criterio più equo sarebbe il riferimento ad un periodo medio da calcolarsi su più anni di riferimento, per il raggiungimento delle giornate minime utili ad ottenere il requisito. Sarebbe opportuno inoltre abbassare la soglia di ingresso del reddito percepito, che il decreto fissa ad un livello troppo elevato, impossibile da raggiungere per le fasce più deboli del settore, nemmeno prevedendo il cumulo riferito ad un numero maggiore di anni. I periodi di studio e formazione continua, visto il costo difficile da sostenere per le lavoratrici ed i lavoratori, andrebbero valorizzati, considerandoli quali giornate utili al requisito. Vanno considerate anche le prestazioni lavorative svolte all’estero: questo potrebbe favorire l'emersione del lavoro sommerso.

Infine, occorre procedere speditamente verso la creazione di un'anagrafe INPS (Sportello Unico dello Spettacolo) dove evidenziare i contributi e le dichiarazioni fatte dai lavoratori e dalle aziende per le quali hanno prestato opera, al fine di avere un dato certo delle ore lavorate giornalmente, utili al riconoscimento dei requisiti previdenziali. In conclusione evidenziamo questa Legge identificata più in un nuovo ammortizzatore sociale, piuttosto che uno strumento parte integrante nella vita lavorativa degli operatori dello spettacolo, pensiamo ad un sistema integrato in questa attività lavorativa discontinua per natura e non pensare al solo sostegno al reddito.
Come CISL crediamo fortemente che il confronto continuo possa portare con opportune modifiche a rendere lo strumento utile allo principio per il quale, anche in altre Nazioni, Belgio, Francia, Spagna ha dato i risultati per dare le giuste garanzie ai lavoratori discontinui dello settore spettacolo.
Roma,31/10/2023
La Segreteria Nazionale

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