Questa la parte tecnica dell’incontro nella quale viene certificato ufficialmente dall’azienda che non ci sarà erogazione del premio.
Dopo anni di smantellamenti ed aspri confronti con i vertici aziendali, l’accordo sul PDR sottoscritto nel 2019 rappresenta uno dei pilastri con il quale negli ultimi tre anni si è tentato di ripartire, mettendo al centro un percorso di rilancio sui risultati ed un rinnovato “clima” aziendale partecipativo con uno scopo chiaro “coinvolgere” e “remare” tutti nella stessa direzione riconoscendo alle lavoratrici e lavoratori il loro importante ruolo nel gruppo ovvero “il motore fondamentale”!
Noi riteniamo che non percorrere tutte le strade possibili per cercare di definire una erogazione del PDR ai circa 40.000 dipendenti del Gruppo TIM, in una fase così delicata e complessa provochi un ulteriore e forte disagio, una eventuale soluzione politica sarebbe estremamente auspicabile visto che per i dirigenti la strada alternativa è stata già realizzata!
Quello che ci colpisce negli ultimi mesi è anche il repentino e radicale cambiamento dei primi livelli, dirigenti di “peso” non solo professionalmente ma anche economicamente che escono per far posto ad altri, tutto ciò stride fortemente con la volontà di non erogare il PDR perché non sfuggirà ai più che operazioni di cambio del management così “veloci, numerose e drastiche” rappresentano un ulteriore ed enorme esborso economico che mal si inserisce nel contesto attuale.
Proseguiamo inoltre ad apprendere dai “media” quanto accade, vendita dell’ultima partecipazione in INWIT pari a 1,3 miliardi, nuovo super manager per il cloud esce l’uomo GOOGLE ed arriva quello di APPLE ma in tutto ciò il PDR non si eroga.…
In questo complicatissimo momento assistiamo attoniti a decine di paginate di “ordini di servizio” con centinaia di posizioni e nominativi, forse intuiamo i percorsi ma non li comprendiamo così come per lo smart working per il quale, oltre 29.000 lavoratrici e lavoratori, da maggio sono rientrati in sede con modalità più stringenti con un modello di lavoro agile unilaterale che supera i precedenti percorsi condivisi con le parti sociali, che ha regole “penalizzanti” e dove, negli spazi open space, è complicato non solo comunicare ma soprattutto lavorare.
In questo marasma si danno rassicurazioni ai dipendenti del Gruppo Tim attraverso brevi messaggi video ma non si vedono azioni di sviluppo legate al business e di volontà di miglioramento del clima aziendale, amaramente registriamo, vendite di pezzi del Gruppo, cambi vorticosi dei vertici apicali e costante attenzione al taglio dei costi.
Allora è in questo modo che si vuole “trattare” uno dei principali stakeholders che con piacere abbiamo sentito dirci dall’AD sono le lavoratrici ed i lavoratori e contestualmente motivarlo???
Analizzando il contesto complessivo ci sembra purtroppo sempre più evidente che la direzione di marcia appare completamente diversa da quella da noi auspicata, smembrare l’operatore verticalmente integrato non ha nulla di industriale ma una mera operazione finanziaria, da realizzare il prima possibile, che ha lo scopo di rendere appetibile all’esterno quelle parti di azienda industrialmente interessanti, incassare il denaro ed uscire definitivamente dalla partita di un settore che in piena rivoluzione tecnologica sarà però determinante per le sorti di tutto il Paese.
Un Paese che si dimentica di se stesso mentre gli altri vicini europei, consapevoli di quanto stia avvenendo, proteggono le proprie aziende Tlc permettendone quello sviluppo di bene comune utile a tutti i cittadini, alle imprese, alla pubblica amministrazione e quindi al progresso complessivo di uno Stato e non invece al rischio concreto di socializzare le perdite e privatizzare i profitti.
NOI continuiamo ad essere contrari a questo progetto di spezzettamento societario, lo ribadiremo il 24 maggio quando incontreremo il Ministro GIORGETTI che venerdì scorso ci ha convocato per un confronto sul settore delle TLC, e sino a quando avremo voce in capitolo in questa vicenda metteremo in campo tutti gli argomenti e strumenti a disposizione per far cambiare idea a chi sino ad oggi si è girato irresponsabilmente dall’altra parte, anche sul PDR !!
Roma, 9 maggio 2022
LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL